Il fatto sembra paradossale, e contro l’evidenza: almeno per le donne obese, sarebbe più conveniente se non proprio “abbuffarsi”, fare dei pasti un po’ più grandi. Sembra quasi una benedizione alla incipiente abbuffata natalizia. Ma cosa dice lo studio, “ Meal Frequency Differentially Alters postprandial Triacylglycerol and Insulin Concentrations in Obese Women”?

Da tempo sentiamo ripetere da schiere di medici clinici la raccomandazione di fare spuntini frequenti, per tenere bassa la sensazione della fame, e così mangiare di meno ai pasti principali. Non solo: con frequenti snack, per attivare il processo di digestione si andrebbe a consumare parte delle calorie ingerite. Ma lo studio appena pubblicato sembrerebbe almeno parzialmente smentire questo dato. Almeno per le donne obese. La chiave di volta? Con una diminuzione dei pasti ed una concentrazione dell’introito energetico, si abbasserebbero i livelli di grassi nel sangue, abbassando così il rischio di infarto. Certo la ricerca è preliminare: soltanto 8 donne hanno preso parte alla ricerca.

I ricercatori hanno valutato il contenuto di grassi e zuccheri nel sangue, dopo aver somministrato al gruppo alternativamente o 3 razioni da 500 calorie; o 6 razioni da 250 calorie. In pasti liquidi (bevande). Per poi misurare ad intervalli di tempo regolari, i livelli lipidici e di zucchero nel sangue (includendo l’insulina). Si è scoperto che chi assumeva 3 razioni aveva valori decisamente più bassi di grasso.

Studio da buttare, in quanto troppo “piccolo”? Forse no, se è vero, come testimonia uno dei ricercatori, Tim Heden, che “spesso in passato molti clinici hanno sovrastimato l’impatto dei piccoli pasti, che è diventato vero in quanto raccomandato, e non viceversa. Cosa che succede abbastanza spesso tra i clinici appunto. Ma ad una analisi più approfondita della letteratura, si è scoperto che sono pochi gli studi che supportano questa visione delle cose. La mancanza di una evidenza in tal senso ci ha portati a pensare e modellare questo studio, uno dei primi a valutare appunto la relazione tra frequenza ed entità dei pasti e livelli di insulina e grassi nel sangue.”

E ha continuato: “con svariati spuntini al giorno si corre il rischio di perdere il conto di quanto in realtà si è consumato. Con junk food e scelte poco salubri.” E questo sembrerebbe a tutti gli effetti un ulteriore ulteriore inconveniente.

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